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"Opere come Alla finestra (1966) e Con la moto (1967) di Buscioni, impostate a una grande limpidità di visione, ci immergono in contesti popolati da oggetti, in cui l’umanità sembra essere quasi totalmente assente. Nei lavori di Buscioni vive il mistero degli oggetti di cui raffigura grandi e piccoli particolari con colori «dolci da sentirsi col palato»: camice e cravatte al vento, appese a finestre di contro a cieli aperti; o la moto da depliant per una spensierata gita in campagna che ha già quasi il sapore di un malinconico ricordo. L’ amore per la pittura è una costante che Buscioni riconfermerà anche nei bellissimi lavori dei decenni successivi: in alcune opere degli anni Novanta, visibili nelle sale amministrative di Palazzo de’ Rossi, si fa prepotente il riferimento alla tradizione manierista italiana che, filtrata attraverso lo staccio della memoria, produce brani di poetico struggimento."
- Annamaria Iacuzzi
In Pistoia Novecento. Sguardi sull'arte dal secondo dopoguerra, Gli Ori, 2020, pp. 58-59
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Segnalibro magnetico
Umberto Buscioni, Con la moto, 1967, collezione Fondazione Caript